Liliana, 74. PRODIGIO
- Cesare Bruno Poli
- 25 apr 2021
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 24 mag 2021
Ricordo il nespolo selvatico e soprattutto il proverbio che mi dicevano i miei genitori:: "Quando vedete il nespolo piangete, perché è l’ultimo frutto dell’estate".
Poi mi incantavo di fronte ai prati verdi con le margherite gialle, i papaveri rossi e i fiordalisi che erano una macchia di colore che mi è rimasta negli occhi e nel cuore.
Infine mi ricordo dei gigli viola che avevano un colore stupendo e dei gigli di Sant'Antonio che avevano un profumo meraviglioso.
Erano entrambe piante con il bulbo che non avevano bisogno di essere reimpiantate e quindi l'anno successivo quando crescevano ti eri anche dimenticata che stavano lì e sbocciavano come un prodigio.
Proprio con quest’ultima parola si può descrivere la natura: un PRODIGIO, perché ci affascina, ci meraviglia, ci stupisce…
~Arianna Cesetti~

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