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Margherita e Valentino, 80. BASILICO E CICLAMINI


 

"La mia abitazione si affacciava con la porta della grande cucina su una piazzola e di lì, attraverso una lunga discesa, sull'aperta campagna. Ricordo vicino casa una pianta di rose rampicanti, quelle che fioriscono a mazzi, piccole ma vispe, le prime a fiorire, sempre pronte a rifiorire. C’era poi un immenso terrazzo dove fiorivano le Bocche di Leone e una cascata di verde con palline di un verde più scuro, simili a piccole olive: i "capperi della Clementina”, la padrona della casa con le scale larghe e i gradini bassi, che ti dicevano “coglimi”, ma che guai a toccarli! Poco più in là, intorno ai muri delle case ogni donna allestiva il proprio giardino: le aiuole erano piatti spaiati, pentole senza manici, boccali sbeccati: tutto quello che non serviva più in casa era utilizzato, coperto da prezzemolo, basilico, menta, e poi garofani, ciclamini, margherite, begonie, piante spinose, piante grasse. Tutto si poteva trovare, in un orto-giardino!

Dell’adolescenza ricordo la delusione del giardino di Bagnaia. Ci andammo in gita scolastica alle scuole medie, ma non trovai quello che mi aspettavo: che giardino era mai quello, senza neanche un fiore?"

"Ho un episodio memorabile anche io", interviene mio nonno. "Avevo forse 3 anni quando, una mattina, la mamma mi portò nel giardino intorno a casa e mi lasciò lì, mentre lei tornò a fare le faccende. Mi trovai solo nel bel mezzo di tanti coloratissimi fiori: volevo dimostrare il mio apprezzamento, così colsi un bel mazzo e lo portai alla mamma. Tu non puoi immaginare la sua reazione, e neanche io potevo!

La mamma amava e curava i suoi fiori come figli. Prese il mazzo dalle mie mani, mi sgridò e... beccai anche una sculacciata. Mi è servito. Sono diventato un cultore del mio giardino, ma non colgo mai i fiori!"

~Cesare Bruno Poli~

 
 

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